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Questo articolo è destinato a familiari, amici e persone vicine ad alcolisti affinché possano essere di reale aiuto a chi beve ma soprattutto, essere d’aiuto a se stessi.

Gli alcolisti sono sia uomini che donne ma per praticità espositiva, all\’interno dell’articolo, mi rivolgerò loro e anche a te, solo al maschile.

Ogni anno in Italia circa 40 mila persone muoiono per malattie correlate all\’alcol: cirrosi epatica, cancro, infarto, incidenti stradali e sul lavoro, suicidi e omicidi. Nel nostro paese, al di sopra degli 11 anni d\’età, i consumatori di alcolici sono 35 milioni e oltre 8 milioni sono a forte rischio dipendenza.

Se qualcuno che ami sta lottando contro l\’alcolismo e ha perso il controllo della propria vita, potresti chiederti se è possibile guarire, quali misure puoi intraprendere per aiutarlo ad ammettere di avere un problema e come puoi convincerlo a smettere.

Chi è l’alcolista?

L’alcolista è una persona che ha perso la libertà di astenersi dal bere, è una persona malata. L’alcolista è una persona inaffidabile, irresponsabile, bugiarda, manipolatrice ed egoista. E’ incapace di prendersi cura delle persone che dice di amare perché mette al primo posto le sue necessità e le sue necessità girano tutte attorno ad un fulcro, l’alcol.

Col progredire della malattia, l’alcolista diventa sempre più assente e sempre più bugiardo e questo lo porta all’isolamento e alla perdita del suo ruolo e della sua credibilità all’interno della famiglia.

Chi sei tu?

Non importa chi tu sia. Che tu sia un marito, una moglie, un figlio o magari un semplice amico quello che provi è una gran pena e una gran rabbia nel vedere una persona a cui vuoi bene, distruggersi e ridursi in un modo che non ti saresti mai aspettato. Quando la guardi ti chiedi ancora come possa essere successo, sei ancora incredulo di quanto sta accadendo perché hai sempre pensato che certe cose potessero accadere solo agli altri.

E’ difficile descrivere tutte le emozioni ed i sentimenti che provi ma le più evidenti sono senza dubbio pena, rabbia, tristezza, sconforto, confusione e un disarmante senso di impotenza, di fronte all’inutilità delle tue richieste di cambiare, di far tornare tutto come prima, di mettere fine a quest’incubo che ti sta ribaltando la vita.

Le emozioni ti guidano e ad un certo punto prendono il sopravvento su di te. Ogni giorno che passa ti lasci travolgere sempre più e cominci a vivere le tue giornate con gli stessi pensieri per la testa che comandano le stesse azioni. Ogni giorno dolore, rabbia, frustrazione, impotenza, speranza, delusione fanno sempre più parte di te. Questi sentimenti, spesso frutto dell’esasperazione, danno origine ad alcuni comportamenti che, visti da vicino, non solo si rivelano inutili ma addirittura dannosi.

Ecco allora che fai di tutto per impedirgli di bere: fai passare ogni armadietto e ogni possibile nascondiglio cercando le bottiglie, per poi, una volta trovate, svuotarle e buttarle via. Lo spii, controlli dove va quando esce e quando rientra cerchi di capire se ha nascosto ancora qualcosa e quindi ricominci da capo a far passare ogni armadietto e nascondiglio.

Ogni giorno la stessa cosa, ogni giorno le stesse azioni. Ormai conosci a memoria ogni angolo ed oggetto della casa perché hai capito che un alcolista, trascorre buona parte del suo tempo, a cercare nascondigli e a studiare strategie per farla franca e prenderti per il naso. Sembri uno del ris: smonti i battiscopa della cucina, controlli le bottiglie di succo di frutta, cerchi tra i vestiti, scendi prima in cantina e poi vai in solaio, frughi tra libri, bauli, armadi, scatole, sottoletto, contenitori, bidoni dello sporco e qualsiasi cosa possa trasformarsi in un nascondiglio. Ogni giorno, sempre più, questo si sta trasformando in un drammatico gioco di “guardie e ladri”.

Mentre tendi a vigilare ed inseguire l’alcolista, lui reagisce sfuggendo sempre di più ed escogitando ogni più raffinato sistema per eludere la sorveglianza. Quello che stai facendo è un “gioco” pericoloso perché l’alcolista riuscirà sempre a vincere: è impossibile, di fatto, impedire di bere ad una persona che vuole continuare a farlo. L’alcol è dappertutto e i sistemi per eludere la sorveglianza sono praticamente illimitati.

Provi e riprovi, ogni giorno la stessa cosa, cercando di fare tutto da solo nella speranza che nessuno venga a conoscenza di quanto sta accadendo all’interno della tua famiglia, sarebbe troppo per te, sarebbe troppa la vergogna!

Ti sembra incredibile che ti stia dicendo passo per passo come ti stai comportando? Sai perché lo so e quindi te lo sto dicendo? Perché sono reazioni umane che ha chiunque si ritrovi a vivere un’esperienza come questa, succede a tutti, è successo a me e ad altre persone che ho già aiutato.

Quindi, proprio per questo motivo, mi sento di darti qualche suggerimento che potrà esserti davvero utile.

Rivedi te stesso

Per aiutare un proprio familiare alcolista è utile rivedere se stessi. Può essere difficile sentirti dire che devi cambiare te stesso quando una persona cara vive con l\’alcolismo, dopotutto, quello con un problema è lui, non tu. Ma sfortunatamente, come prima cosa, puoi solo cambiare te stesso. L\’unico modo per interrompere e cambiare il corso attuale delle tue interazioni con una persona con disturbi da abuso di alcol, è modificare le tue reazioni.

Anche tu, come chiunque altro è alle prese con la dipendenza, sei profondamente colpito e segnato da questa esperienza e la frustrazione e lo stress non derivano solo da quanto subito ma anche dalle proprie scelte.

Adattando il tuo approccio e il  tuo atteggiamento verso il problema, puoi collocarlo in una prospettiva diversa in modo che non domini più i tuoi pensieri e la tua vita. In un certo senso, sapere che puoi cambiare il tuo approccio e il tuo atteggiamento ti restituisce il potere che hai perso, ed avere potere è utile per non continuare a subire e non sentirti costretto a “giocare” al gioco dell’alcolista.

Smetti di incolpare te stesso

È tipico degli alcolisti cercare di incolpare gli altri e le circostanze che li circondano del fatto che bevono, soprattutto le persone più vicine a loro. È comune sentire un alcolizzato dire: \”L\’unico motivo per cui bevo è perché tu…\”, “Se tu ti comportassi così… smetterei di bere”.

Non credergli. Se la persona a cui vuoi bene è un alcolista, berrà comunque, qualunque cosa tu faccia o dica. E’ diventata dipendente dall’alcol e quindi l’alcol è al centro della sua vita, è il suo interesse primario e non permetterà mai a nessuno di mettersi in mezzo.

Smetti di viverla sul personale

Quando un alcolista ti promette che non berrà mai più, ma poco tempo dopo torna a farlo come sempre, è difficile, per te che gli stai vicino, non viverla come un affronto  personale sentendoti preso in giro per le promesse non mantenute e le bugie ascoltate. Potresti essere portato a pensare: \”Se mi amasse davvero, non mi mentirebbe\”.

Quando c’è di mezzo una dipendenza i sentimenti non c’entrano più. L’alcolista potrebbe ancora provare amore per te, ma il bisogno di soddisfare il proprio impulso è troppo forte e a causa della dipendenza. La chimica del suo cervello potrebbe essere cambiata al punto che nemmeno lui si rende conto delle scelte che compie, ed in certi casi ne è addirittura sorpreso. Potrebbe essere addirittura arrivato al punto che non ha più il controllo sul proprio processo decisionale e tu rappresenti solo l’ostacolo tra lui e l’oggetto del suo desiderio, tu rappresenti l’antagonista, il nemico.

Smetti di controllarlo

Chiunque è vicino ad un alcolista, soprattutto se è un familiare, ovviamente fa di tutto per convincere la persona amata a smettere di bere. Sfortunatamente, la conseguenza inevitabile, è che chi ci prova, poi si sente solo e frustrato.

Puoi anche dirti che sicuramente c\’è qualcosa che puoi fare. Ma la realtà è che nessuno troppo coinvolto con un alcolista può riuscirci, fatta eccezione per qualche sporadico ed inutile episodio. Pur sapendolo, potresti comunque voler aiutare la persona a cui vuoi bene quando si trova nel bel mezzo di una crisi anche se è una delle tipiche situazioni in cui l’alcolista dovrebbe essere lasciato da solo. Lo so, non è facile perché hai paura che possa farsi veramente male ma se un alcolista vede che c’è sempre qualcuno disposto a salvarlo, non si sentirà mai nella condizione di chiedere aiuto veramente.

Lascia che accada!

Lo so, è molto difficile che tu ti sieda e stia a guardare mentre chi ami si distrugge, si mette in pericolo e getta alle ortiche la propria vita. Quando qualcuno che ami si avvicina sempre più al fondo, perdendo le amicizie, il lavoro e se stesso. Mi rendo perfettamente conto che può essere difficile per te come per chiunque accettare di non agire. Potresti pensare che assumere questo atteggiamento vada contro tutto ciò in cui credi ma comportandoti in modo assistenziale otterrai solo che il ciclo si ripeta all’infinito.

Distaccati, lascialo in balia delle proprie azioni, lascia che tocchi il fondo da solo, è l’unica cosa che potrebbe spingerlo a rialzarsi.

Smetti di cercare di curarlo

La dipendenza da alcol è una malattia cronica e progressiva che molto spesso può portare alla morte. Non sei un operatore sanitario o qualcuno di qualificato e anche se lo fossi, non dovresti assumerti la responsabilità di curare familiari e amici.

E’ andata così, ti è capitato di amare qualcuno che ha bisogno di cure professionali per tornare in salute. Curarlo non è una tua responsabilità ma di chi ha le competenze necessarie allo scopo.

Non puoi curarlo perché l’alcolismo è una malattia seria. Non importa quanto amore provi, quale sia il tuo background, conoscenza o intelligenza, hai bisogno di un aiuto esterno. Molti alcolisti hanno bisogno di attraversare alcune fasi prima di essere pronti a cambiare, altri invece non lo saranno mai. Fino a quando un alcolista non inizia a pensare di smettere di bere di sua spontanea volontà, fino a quando un alcolista non sceglie di “vivere”, qualsiasi azione, tu intraprenda per aiutarlo, sarà vana.

Anche se non è tua responsabilità, \”curare\” l\’alcolismo di una persona, potresti essere interessato a conoscere meglio l’argomento e questo va benissimo, potresti interessarti a tal punto da diventare un grande esperto ma ricorda, sei la persona meno adatta ad aiutare chi ami.

Smetti di coprirlo

L’alcolista ti dice: \”Non ho problemi, quindi non dirlo a nessuno!\”, oppure “Da domani smetto, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, ce la farò da solo”.  Ti dice queste cose perché non vuole che gli altri conoscano il suo livello di consumo di alcol perché se qualcuno sapesse l\’intera portata del problema, potrebbe provare ad aiutarlo e quindi impedirgli di bere.

Quante volte hai sentito le frasi che ti ho appena citato? E quante volte hai scelto di credergli? Perché lo hai fatto? Essenzialmente per due motivi: primo, tutte le volte speravi fosse la volta buona; secondo, non volevi che si sapesse al di fuori del tuo nucleo famigliare perché ti vergogni.

Quando nascondi il problema agli altri fai il gioco dell’alcolista.

Affrontare il problema apertamente e onestamente è l\’approccio migliore.

Smetti di accettare un comportamento inaccettabile

Di giorno in giorno tolleri comportamenti sempre più inaccettabili. Un’offesa, uno sgarbo, una mancanza di rispetto. Lo giustifichi perché ti dici che da sobrio non lo farebbe mai ma sappi, che se ti comporti così, in futuro sarà sempre peggio. L\’abuso non è mai accettabile, qualsiasi forma e grado abbia.

Se hai dei figli proteggili, non tollerare commenti e atteggiamenti offensivi rivolti nei loro confronti perché potrebbero provocare danni permanenti alla loro psiche.

Proteggi i tuoi figli e non esitare a tenerli lontano da chi beve e non rispetta i limiti. Crescere in una casa con un alcolista può lasciare cicatrici indelebili.

Smetti di avere vane speranze

Non aspettarti che un alcolista parli e si confronti con te come una persona qualsiasi. Quando un alcolista giura a te e a se stesso che non toccherà mai più una goccia, la parte di te, che fiduciosa ed ottimista ti fa credere che possa essere sincero, ti fa accettare ancora una volta di credergli. Speri sempre che questa sia la volta buona.

Ma con un alcolista, questa speranza si rivela irragionevole. Riflettici: è ragionevole aspettarsi che qualcuno sia onesto con te quando questa persona è incapace di essere onesta anche con se stessa?

Smetti di vivere nel passato

La chiave per affrontare l\’alcolismo in famiglia è rimanere concentrati sulla situazione così com\’è oggi. L\’alcolismo è una malattia progressiva. Non rimane mai per molto allo stesso livello: continua a peggiorare, ogni giorno di più, può fermarsi solo quando l’alcolista, di sua spontanea iniziativa, decide di chiedere aiuto.

Non puoi permettere che le delusioni e gli errori del passato influenzino le tue scelte di oggi perché le circostanze sono cambiate. Non ancorarti ai bei momenti passati insieme e noi farti sopraffare dai sensi di colpa.

Smetti di abilitare il suo comportamento

Molte volte, quando la famiglia e gli amici cercano di \”aiutare\” le persone con disturbi da abuso di alcol, in realtà, stanno rendendo loro più facile continuare nella progressione della malattia. Questo fenomeno è chiamato “abilitazione”. Può assumere molte forme ma tutte portano allo stesso effetto, cioè consentire all\’individuo di evitare le conseguenze delle proprie azioni.

L\’abilitazione permette a qualcuno con un problema di alcolismo di continuare il proprio comportamento distruttivo, con la certezza che non importa quanti errori commetterà, qualcuno sarà sempre lì per salvarlo.

Cosa succede quando abiliti un alcolizzato? L\’alcolista non prova mai dolore e distoglie l\’attenzione dal suo comportamento.

Ad esempio: se l’alcolista cade in cortile e si ferisce svenendo e tu lo aiuti a rialzarsi, a mettersi a letto e gli curi le ferite che si è provocato, solo tu senti il ​​dolore. La sua attenzione quindi ricade su come ti sei comportato nei suoi confronti piuttosto che su cosa ha fatto bevendo senza limiti.

Se invece lo lasci a se stesso, al risveglio, sotto gli sguardi dei vicini e di fronte al tuo atteggiamento indifferente, è costretto ad affrontare il proprio comportamento ed il proprio dolore.

In altre parole, è il suo comportamento il punto focale più che la tua reazione ad esso. Quindi, se tu decidessi di non voler più trascorrere del tempo con lui, il tuo non sarebbe un atteggiamento cattivo e scortese ma un modo per proteggere te stesso.

Te lo ripeto, non è compito tuo \”curare\” l\’alcolismo della persona a cui vuoi bene e consentire che si verifichino conseguenze naturali lasciandola a se stessa è uno dei modi che potrebbero portarla a scegliere di superare la dipendenza.

Smetti di rimandare la tua richiesta d’aiuto

Potresti trovarti in questa situazione da pochi mesi oppure da anni. Soprattutto in quest’ultimo caso, dopo anni passati a coprire l\’alcolista per evitare che altri lo sapessero, può sembrare scoraggiante chiedere aiuto a qualcuno ma ormai dovresti esserti reso conto che da solo non ce la puoi fare.

Ora è giunto il momento che tu chieda aiuto non per salvare l’alcolista ma per salvare te stesso.

Non puoi continuare in questo modo, tutta la tua vita è condizionata dall’alcol: sei nervoso, stressato, preoccupato, distratto sul lavoro, digerisci male, la tua vita sociale ne sta risentendo, stai trascurando le tue amicizie, ogni giorno di più, stai perdendo la tua libertà.

E’ arrivato il momento che tu metta te stesso davanti a tutto perché quello che stai vivendo è la cosa più terribile che ti sia mai capitata e perché questa esperienza resterà per sempre in te come una cicatrice indelebile. Anni fa sono entrato in contatto con una donna il cui marito era un alcolista e la sua storia mi ha profondamente colpito, te la voglio raccontare perché possa esserti d’aiuto per comprendere fino in fondo come un’esperienza del genere possa segnare tutti profondamente.

La famiglia di questa donna era una famiglia normale come tante. Sposati da 12 anni, due figli, un bambino di nove anni ed una bambina di 7, due famiglie alle spalle con cui andavano entrambi d’accordo, amici, casa, lavoro. Erano felici, sereni, tutto procedeva per il meglio finchè ad un certo punto suo marito cominciò ad assumere atteggiamenti diversi da quelli sempre avuti, atteggiamenti che non erano da lui.

Di tanto in tanto saltava dei giorni di lavoro, apparentemente senza motivo; era distratto e poco interessato a quanto accadeva intorno a lui; le sue attenzioni nei confronti dei bambini erano diventate più rare e sbrigative; si innervosiva facilmente; usciva spesso con gli amici e rientrava sempre più spesso poco lucido; aveva preso l\’abitudine di bere un bicchiere di vino rosso prima di andare a letto, diceva che lo faceva per rilassarsi. Aveva cominciato a dire quelle che all’apparenza erano piccole ed innocue bugie. Lei non si spiegava il perché di questa trasformazione, l’unica spiegazione per lei plausibile che potesse giustificare un tale cambio di atteggiamento, era che lui avesse un’altra.

Passarono giorni, settimane, mesi prima che lei potesse rendersi conto, ma alla fine  capì: suo marito si, la stava tradendo, ma non con una donna, con l’alcol. Quanto credeva potesse succedere solo agli altri, stava accadendo proprio a lei e da quel momento, una volta presa coscienza, ha cominciato a vivere l’incubo che conosci bene anche tu. Suo marito ha bevuto per sei anni e un bel giorno, dopo aver toccato il fondo per l’ennesima volta, lui ha deciso che non avrebbe più bevuto. Da quel giorno lui non toccò più un goccio d’alcol. Gli anni a venire trascorsero tranquillamente e questo contribuì a far tornare la serenità di un tempo. Certo, per lui era come se niente fosse accaduto mentre per lei ogni piccolo gesto al di fuori dell’ordinario suonava come un campanello d’allarme, ma per fortuna, per otto serenissimi anni, quei campanelli suonarono inutilmente. Già, per otto anni, perché dopo otto anni, un mese e dodici giorni dall’ultimo bicchiere di vodka che lui aveva bevuto, una sera di novembre lui tornò a casa con l’occhio lucido ed il fiato che sapeva di alcol. La menta e la liquirizia che aveva mangiato non erano state sufficienti per coprirne l’odore. Lei si sentì cadere il mondo addosso! Dolore, rabbia, frustrazione, impotenza, delusione, tutte le sensazioni terribili che non provava più da otto anni tornarono in lei come uno se non se ne fossero mai andate. In un istante fu come se gli ultimi otto anni non fossero mai esistiti.

Perché ti sto raccontando questa storia che in fin dei conti è uguale a tante altre? Perché una cosa mi colpì fortemente del suo racconto, il finale: lei tentò il suicidio. Per fortuna non ci riuscì ma fu allora che potè essere definitivamente onesta con se stessa: anche lei aveva bisogno d’aiuto.

Mentre mi raccontava questa storia di tanto in tanto ancora gli occhi le si inumidirono ma era estremamente evidente quanto questa donna avesse finalmente trovato il giusto equilibrio con se stessa e vivesse la sua vita con vera serenità.

Così come per gli alcolisti anche per chi sta vicino a loro ci sono dei gruppi di supporto portati avanti da varie associazioni, per trovarli ti basta fare una semplice ricerca su Google.

Se il fatto di partecipare e parlare ad un gruppo non ti piace e ti mette a disagio l’idea che qualcuno che conosci  possa venire al corrente della situazione che stai vivendo, puoi contattare un professionista, un coach come me che in grado di aiutarti e di assisterti nei passaggi fondamentali che ti porteranno a ritrovare la serenità perduta, a riprendere in mano la tua vita e riconquistare la tua libertà.

 

Ti aspetto e nel frattempo

non mollare e occupati di te

 

“Gli alcolisti non hanno relazioni, prendono ostaggi.”

Michael Robotham

 

Autore

  • Francesco Bonomelli

    Ciao, sono un mental coach specializzato nell'accompagnamento degli over 50 nel loro percorso di crescita personale e professionale. Dopo aver vissuto personalmente l'ansia e la paura del cambiamento, ho sviluppato tecniche efficaci per superare queste difficoltà e trovare il coraggio di esprimere il mio vero potenziale. Attraverso il mio percorso, aiuto le persone a liberare la loro ispirazione, aumentare la motivazione e ottenere serenità e fiducia in se stessi. Una volta terminato questo primo step, lavoro con i miei clienti sul loro personal brand in modo che riescano a comunicare la nuova persona che sono diventati affinché riescano a proporre con sicurezza e successo i propri prodotti ed i propri servizi.

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